Parte 5 Vespa Forever

 

50° pensiero al vento

Ricordo perfettamente quando decisi di provare a "fare un sito", starnutivo, proprio come adesso, per i postumi di un forte raffreddore. Sono passati 4 anni e tante cose sono cambiate, nel bene e nel male, allora avere una sola pagina su interfree mi faceva sentire importante, dicevo a tutti "lo sai che oggi 20 persone hanno visitato il mio sito...." A quella pagina, non avrei pensato se ne potessero aggiungere altre 350, non avrei potuto concepire 2500 visite in media ogni giorno, e se allora incitavo tutti a scrivermi, adesso devo nascondere i miei indirizzi per via dello spamming e sperare di non ricevere troppi messaggi, non per pigrizia, ma per mancanza di tempo. Ho sempre voluto fare da solo, sia nel lavoro, che qui in questa mia piccola oasi, e con imbarazzo ho garbatamente rifiutato le offerte di collaborazione. Certo la grafica è quello che è, ma chi se ne frega! Ci sono siti flash, che ti incantano di effetti, sfocati tra l' altro, ma non dicono niente. Non amo i fronzoli, sono come i giri di parole, come l' ipocrisia che domina il nostro vivere. Sono certamente un presuntuoso, ma ho trovato il mio equilibrio in questo stile spartano, in queste pagine con frame, che agevolano la consultazione e soprattutto la velocità. Vorrei solo continuare ad arricchirle di contenuti, di notizie, non di gif animate, angolini, bottoni e icone. Mi piace scrivere, un po' meno leggere e prediligo i libri semplici, spontanei, veri. Dopo 4 anni di vespaforever, lo stile non è molto cambiato, uso il notepad per sistemare e aggiornare le pagine, ho faticato molto ad imparare da autodidatta a mettere un frame, inserire un banner, uno script. Nonostante qualcuno mi critichi, sono orgoglioso di questo, sono contento di essere nelle directory di google, yahoo, di essere ai primi posti, nonostante manchino i fronzoli. Adesso la sfida è continuare, o meglio, ricominciare. Vespaforever.com tra un po' sparirà, è il destino. A tempo di record Aruba ha registrato il nuovo dominio, e già 24 ore dopo, era tutto on line. Non posso che complimentarmi per il loro ottimo servizio, credo non abbia rivali. I motori di ricerca impiegheranno forse un paio di mesi a indicizzare il nuovo dominio, la link popularity va a farsi benedire, devo contattare almeno un centinaio di siti sparsi per il mondo, ma per fortuna qui il mondo è allo stesso tempo vasto, ma senza distanze fisiche.. Sono stanco ma molto contento. E pensare che snobbavo i fanatici di internet, adesso spendo ore davanti a un monitor.. Grazie a tutti voi che mi spronate ad andare avanti, grazie a voi che siete diventati miei amici, grazie alla Vespa, non ci fosse stata lei nella mia vita, non sarei qui a scrivere con un dito solo...

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49° pensiero al vento

Penso al mio fiore non colto, le revisioni impossibili, la voglia di poter tranquillamente rompere il muro dei risibili 45 all' ora, decido, mi procuro una Vespa 125 che non sia troppo d' epoca, perchè girare su una VNA anni 50 è affascinante, ma pensi sempre che se ti rompono un fanale, se consumi le gomme, poi sono problemi con i ricambi, meglio quindi una anni 70, un fascino diverso, ma non meno intenso! Ecco finalmente nel mio garage, la tanto sognata "Primavera", sono passati molti anni, ma finalmente è arrivata.... Mi metto subito all' opera, smonto, raddrizzo, stucco, spendo il mio tempo libero a curarla per riportarla all' originale splendore, e intanto scrivo, telefono, vado negli uffici, mi informo, è stata demolita per leggerezza dal suo ultimo proprietario, evidentemente terrorizzato dal dover pagare i bolli. Ma non avevo fatto bene i conti con la burocrazia italiana. Sapevo fosse un' idra dalle 7 teste, ma credevo di riuscire dove altri hanno mollato, adesso non ne sono più tanto sicuro. Lo scrivo anche per tutti quei visitatori "rupa" che ogni giorno controllano questo sito, ebbene signori, avete mai provato a mettervi nei panni di un normale onesto cittadino senza troppe risorse economiche? Evidentemente, stressati dal troppo lavoro.. non ne avete avuto ancora il tempo. Perchè per parlare con un ufficio della pubblica amministrazione devo tentare giorni e giorni, prima che qualcuno alzi la cornetta? Perchè, con una malcelata soddisfazione mi dite che non mi immatricolate la Vespa? Perchè devo essere io a ricordarvi che tramite ASI o FMI lo si può benissimo fare? Perchè tra le tante assurdità e contraddizioni c' è quella che il cittadino rispettoso della legge che demolisce un veicolo per non pagare discutibili "tasse di proprietà", si trova nella quasi impossibilità di rimettere in strada il veicolo, mentre chi della legge si è fatto un baffo, sperando di farla franca, non pagando i bolli, si trova avvantaggiato, con un veicolo "radiato d' ufficio", che è semplicissimo reimmatricolare? Cosa cambia? La scusa è che un veicolo non "euro" ( simpatica parola anche questa) inquina e va eliminato, se però è cancellato d' ufficio, non cambia niente sul fatto euro si euro no..., non è lo stesso veicolo "inquinante"? Perchè per avere documenti che già ho, devo iscrivermi a un motoclub, quindi alla FMI, poi iscrivere la Vespa, (inviando 14 foto e altri 52 euro... farla vedere all' esaminatore di persona)sperare che l' accettino e richiedere un certificato uguale a quello che mi ha consegnato la Piaggio, ma col timbro FMI??? E tutto questo quanto mi costa... non ho fatto i calcoli esatti, ma forse più di 2 Vespe in regola! Non parliamo dell' ASI, volevo iscrivermi, ma il Club più vicino accetta solo nuovi membri se presentati almeno da tre soci... Sembra di tornare indietro nel tempo, nell' Inghilterra del 700. Ma scusate, tutto questo sarebbe per dimostrare che la Vespa è d' epoca, come se non bastasse guardarla per capirlo, o al limite osservando il certificato d' origine. Non stupitevi signori, se il comune cittadino perde sempre più fiducia e a volte ( per fotrtuna) anche la pazienza, verso la pubblica amministrazione e troppi singoli impiegati che sembrano seduti su un trono. FMI e ASI potrebbero forse impegnarsi un po' di più per salvaguardare il patrimonio storico, dobbiamo sempre confidare nei "Parlamentari Amici dei veicoli storici", forse gli unici che riescono a smuovere un po' le dense acque della burocrazia. ( tralascio il capitolo restauro e ricambi, ... e chi li vende!) Solo una grande passione, evidentemente scritta nel DNA di famiglia, mi da la forza di continuare nella mia impresa, spero di non gettare anche io la spugna... Ma lasciatemelo dire, quanta gente con la puzza sotto il naso c' è in giro!

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48° pensiero al vento

Eccomi ancora a pensare, a parlare di Vespa. Mi è sempre piaciuto camminare nella nebbia, lo facevo fin da bambino, mi divertivo a perdermi, perdere l' orientamento, immerso in quel mondo nuovo, fatto di un grigio, dai contorni sfumati, dove il fatto di non poterne vedere l' orizzonte, lo faceva apparire più lontano nella mia mente. L' orizzonte è un limite, un filo spinato oltre il quale non sembra possibile andare, la nebbia lo nasconde, e così si può spaziare più in là del confine stabilito. Ho voluto riprovare queste sensazioni, camminando nella nebbia sono completamente solo con me stesso, con i miei pensieri e sensazioni, così riaffiorano i ricordi, ricordi conditi di Vespa, come quando prendevo il treno per andare da un amico lontano, salivamo sulla 50 N azzurrina, e percorrevamo il lungomare gelido e deserto, i locali chiusi da un lato, la spiaggia che arrivava fino al mare grigiastro e profumato, dall' altro. A tagliare questo paesaggio carico delle emozioni in letargo, accumulate nelle estati passate, solo la sagoma azzurrina su due pneumatici 2,75X9, con il romantico filo di fumo, classico dei 2 tempi, con in sella 2 ragazzi pieni di sogni, progetti e una grande sicurezza, che poi il tempo avrebbe lentamente sfumato. Sfumato così come sfuma i confini di un ricordo, per mescolarlo subito al prossimo, tanti ricordi abilmente mixati tra loro, forse autocensurati delle parti più amare. Mi rendo conto che pensare Vespa, fa ritornare indietro nel tempo, ma se Dio vuole, di tempo ce ne sarà ancora tanto, quindi cerco di pensarla al futuro, qui le immagini appaiono meno chiare, e decisamente meno romantiche, associo Vespa a paura di incontrarne sempre meno, e nel mio camminare nella nebbia, forse per una sorta di deformazione "professionale", mi ritrovo davanti alle illuminate vetrine di un importante concessionario, cerco di scrutare dietro quegli orrendi scooter in plastica se c' è qualche Vespa, niente! L' altra vetrina invece, sembra dedicata interamente a Lei, ma oltre ET4 e Gran Turismo, non c' è nemmeno l' ombra di un PX, eppure mi dico, è in catalogo, per fortuna è ancora in produzione, ma se i concessionari la snobbano così, cosa penserà la "gente comune"? Penserà che Vespa sono solo quei vibranti 4 tempi senza marce, niente più fumo azzurrino e romantico, finita un' era, un epoca che ci appartiene di diritto? No, non è così, ma se la politica di marketing, oltre a pubblicizzare solo i nuovi discutibili e discussi prodotti, arriva anche a nascondere, quasi come fossero una vergogna, le UNICHE VERE VESPE IN PRODUZIONE, come le PX, per forza in giro ne vediamo sempre meno! La nebbia, riesce a sedare la mia rabbia e innato istinto di giustizia, che già mi portava a pensare ad azioni di protesta. Continuo la mia lunga passeggiata nel grigio.. Passato uguale a ricordi e malinconia, futuro uguale delusione e preoccupazione, scelgo il presente, una "Primavera" ( a proposito, credo che non possa esistere un nome più bello per una Vespa ) da restaurare, non senza difficoltà, ma con tanta passione. Prendo appunti, appendo nella mente tanti fogliettini con le priorità e il piano di lavoro, tecnico e burocratico, si, sarà un navigare controvento, ma ce la posso fare, perchè devo! Poi ho le altre mie Vespe, sono 6, per alcuni troppe, per altri pochissime, ma sono contento, sono li ogni giorno ad accompagnare il mio presente, a portarmi al lavoro o in giro per le strade a scoprire sempre angoli nuovi. La Vespa viene fiera dal passato, continuerà forse tristemente snaturata nel futuro, ma è sempre più bello e gratificante viverla con orgoglio ogni giorno, nel presente!

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47° pensiero al vento

Una giornata umida come tante in questo periodo, la nebbia entra nei polmoni come il fumo di una sigaretta, il casco non mi fa sentire più di tanto il fastidio della sottile pioggia che comincia a scendere. E' proprio tutto come anni fa, la stessa strada, la stessa spruzzata d' acqua ad ogni camion che mi supera, ma procedo lento con la Vespa immerso nei pensieri fatti di ricordi. Allora non avevo scelta, o Vespa o niente, adesso invece posso sedere su una confortevole station wagon, ma il mio istinto suggerisce "Vespa". Mi ritorna in mente il ragazzino bagnato di allora, senza casco, con un berrettino di lana che sfilavo appena potevo, sulla pelle il classico "giornale para vento", dentro il bauletto, oltre la normale dotazione di attrezzi, una radio, ma non per ascoltarla in viaggio, ma per fermarmi di tanto in tanto e controllare il segnale! Si, oltre la Vespa, allora avevo la passione della Radio, e ne avevo anche una tutta mia, con lo stesso entusiasmo con cui curo e curavo la Vespa, ogni giorno provavo soluzioni nuove, per arrivare più lontano, e anche 100 metri più in là, erano una grande conquista, una piccola battaglia vinta. Guardavo la campagna al mio fianco, e pensando al mio segnale che la copriva, la sentivo come una terra mia, non smettevo mai di sognare! Il freno ai miei sogni, lo avrebbe presto messo una nuova legge che mi imponeva spese al di fuori dalla mia portata. Il giorno che smontai le antenne, mi sentivo ferito, ma con tanta voglia di fare o creare qualcos' altro. Non ero l' unico tipo strano che si aggirava in Vespa munito di radio, anche quella era una passione condivisa, una sorta di egocentrico bisogno di comunicare, probabilmente, che regalava, con poca spesa e tanto entusiasmo, una piccola notorietà e tante soddisfazioni. Il destino ha voluto che i più carismatici compagni di viaggio, se ne siano andati troppo presto. Resta ancora il marciapiede dove parcheggiavamo le Vespe, davanti alla vetrata per non perderle di vista. Dietro quel vetro adesso, non più i nostri sogni, ma pacchiane banalità, in attesa di acquirenti. Privato del mio mezzo di comunicazione privilegiato, ho trovato un paglativo che può raggiungere ogni angolo del mondo, ma che mi impone molta più attenzione e autocontrollo, per questo è nato questo sito, stesso entusiasmo, altrettanto tempo libero speso, non posso commentare le canzoni, ma parlo di Vespe, allora ogni squillo del telefono era un premio, adesso ogni nuovo Vespista che fa scattare il counter, lo è altrettanto. Non tradite mai i vostri sogni!

"...perchè ciò che l'uomo cerca non esiste. E' un sogno che si chiama libertà, che si chiama giustizia. E piangendo, bestemmiando e soffrendo noi possiamo solo rincorrerlo dicendo a noi stessi che, quando una cosa non esiste la si inventa. Non è forse il destino degli uomini quello di inventare ciò che non esiste e battersi per un sogno?"

Da "Intervista con la Storia" di Oriana Fallaci

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46° pensiero al vento

Sono molto, ma molto arrabbiato, per questo ho messo in archivio il precedente editoriale dopo pochissimi giorni. Arrabbiato, offeso, deluso e amareggiato, e cercherò di spiegare brevemente il perchè, anche se comprimere in poche parole questo argomento, non è facile, rischia di apparire banale. Tutto parte dal mio spirito di libertà, che coltivo fin da bambino, tante volte sono stato etichettato come un "Don Chisciotte", un "avvocato delle cause perse", un "Bastian contrario", ma mai come un ipocrita. Il mio più grande Maestro di vita, dopo nonni e genitori, è stato ed è ancora il Grande Fabrizio de Andrè, non riuscirò mai ad essere come lui, ma anche io mi faccio carico, forse troppo, delle ingiustizie e sofferenze, lui le combatteva scrivendo e cantanto, io scrivendo e contattando personalmente chi, secondo me, ha trasformato pian piano, il colorato più bel Paese del mondo, in un grigio cappuccino facile da controllare, perfettamente omolgato sotto ferree norme di legge, delle quali tutti sono bravi a vantarsi, ma in fondo, quando si cercano spiegazioni, ecco ritornare il monotono scaricabarile, un vecchio gioco che non passa mai di moda.

Ho preso a cuore l' argomento dei trasporti, la libertà di circolare col proprio veicolo, storico o solo vecchio, ma in ogni caso, per intenderci, non catalizzato. Ritengo una enorme ingiustizia, la decisione di molte regioni e comuni , di decidere di blooccare la circolazione dei veicoli non catalizzati, in nome di un' aria più pulita, e quindi della salute. Nello stesso tempo però, si specula sulla vendita di sigarette, e le nuove scritte sui pacchetti, secondo molti, sono un incentivo in più per i giovanissimi a fumare, perchè è vista come una sfida o una prova di coraggio come tante altre. Si potrebbero aggiungere tante cose, dagli scarichi industriali alle caldaie a gasolio utilizzate in molti uffici pubblici... Non è un grande controsenso? Ma no, come sempre, per legittima convinzione o per demagogia, si fa leva sulle nostre paure, si fa finta che tutti siamo felici, grazie alla stampa abilmente addomesticata e tv, che mostrano migliaia di persone al settimo cielo, perchè finalmente possono camminare a piedi in città. Ci si dimentica sempre di chi vive questa situazione come un ingiusta limitazione della libertà, e riguardasse anche un solo individuo, andrebbe preso in considerazione. Sarà a causa delle mie ristrette conoscienze, ma non ho sentito uno, uno solo, dirsi contento, come ci si vuole far crdere. Chi non ha nel proprio vocabolario le parole rispetto e comprensione, dovrebbe ogni tanto riflettere e vergognarsi della propria presunzione! Sembra che in testa alle regioni con progetti "avanguardistici", ci sia l' Emilia Romagna, che addirittura si permette già di pronosticare per il 2005 la messa al bando di tutti i veicoli non catalizzati, e il bello è che lo dicono con orgoglio. Scendo per un attimo dalla Vespa e mi metto nei panni di un qualunque cittadino, della classe purtroppo più diffusa in Italia, quella di coloro che fanno i salti mortali per tirare avanti e ai quali l' euro ha dato il colpo di grazia, panni che indosso con facilità, visto che ne faccio parte, al contrario di coloro che scaldano le poltrone del potere, di qualunque colore esso sia. Con le nostre misere entrate puntualmente tartassate al di sopra di ogni logico limite, non riusciamo mantenere 2 figli a scuola, un coniuge, una casa, quindi tantomeno aggiungere a tutto questo le spese per comprare una nuova auto, o una nuova moto, poi noi che non nuotiamo nell' oro, abbiamo una mentalità diversa, forse ereditata, ma della quale andiamo fieri, che è quella di conservare e legarci alle nostre cose, con tanta fatica conquistate. Quindi consentiteci ache il diritto di essere affezionati alle nostre vecchie auto o moto. Qualcuno potrebbe obiettare: "ma inquinano, e non è giusto fare respirare i vostri gas di scarico a coloro che non hanno problemi economici " Eh no! Cari signori ! Noi sottoponiamo ogni 2 anni a revisioni severe e costose i nostri veicoli, e se ci mettiamo anche il bollino blu, abbiamo come minimo un controllo ogni anno ai gas di scarico, e i risultati del test sono in piena regola con i severi limiti! Cosa altro volete da noi? Siamo in regola, abbiamo difficoltà economiche, e ancora continuate a criminalizzarci, additandoci come inquinatori ? Ma come vi permettete ? Una delle cose che mi hanno lasciato l' amaro in bocca, oltre alle fredde risposte di circostanza ricevute da alcuni dei resposabili interpellati, è che non sono riuscito a trovare sulla rete, un solo sito che si prendesse carico di queste macroscopiche iniquità, allora dico " Complimenti signori, siete riusciti a convincere tutti, ma non riuscirete mai a convincere me! "

"...perchè ciò che l'uomo cerca non esiste. E' un sogno che si chiama libertà, che si chiama giustizia. E piangendo, bestemmiando e soffrendo noi possiamo solo rincorrerlo dicendo a noi stessi che, quando una cosa non esiste la si inventa. Non è forse il destino degli uomini quello di inventare ciò che non esiste e battersi per un sogno?"

Da "Intervista con la Storia" di Oriana Fallaci

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45° pensiero al vento

E' strano e curioso constatare come canbino le cose nel giro di pochi anni. La Vespa deve il suo enorme successo, anche al fatto che è sempre stato un veicolo economico, sia come consumi che come manutenzione, le poche volte che la richiede. Fosse nata oggi, probabilmente non avrebbe mai raggiunto tanta popolarità e diffusione. Assicurazioni alle stelle, bollo, revisioni periodiche, sono solo alcune delle voci che ne appesantiscono notevolmente il peso sul nostro portafoglio, ma per chi possiede uno o più esemplari storici, si deve aggiungere il costo pazzesco di un restauro professionale, e anche per chi ha la fortuna di arraggiarsi con il sempre gratificante "fai da te", sorgono i primi problemi con i ricambi. Vecchi negozi che hanno lavorato quasi esclusivamente vendendo ricambi e accessori per Vespe, sembrano essersi scordati di avere attinto i loro guadagni dallo scooter per eccellenza. Basta vedere cosa richiede maggiormente il mercato, per lasciare solo un angolino sugli scaffali dedicato alla Vespa. Così, per una lampada a 6 volt o un ricambio che sia un po' più specifico di una candela o paraolio, cominciano a sorgere i primi problemi, aggirabilissimi per chi non ha problemi economici, perchè i ricambisti che si sono buttti nel settore "vintage", non mancano, anzi, aumentano ogni anno. Oggi mi sono recato presso il solito fornitore, dove compro ricambi da quando avevo 13 anni per cercare il pik-up di una ET3, e mi sono sentito dire che non li trattano più, che non me lo possono nemmeno ordinare, meno male che è una Vespa abbastanza recente, fosse stata una faro basso... però se volevo per circa 200 euro mi vendeva lo statore completo, invtandomi a recarmi al vicino Piaggio Center, dove secondo lui, lo avrei trovato con "soli" 20-25 euro, meno male che ha detto soli, perchè un pik-up, non è altro che un banale trasduttore, molto simile ad una testina audio da 2 euro.. Vado al centro, già sapendo che loro non regalano niente, e chiedo il pik-up, la ragazza molto preparata lo identifica subito nel catalogo, e cerca, cerca ...è finito, ma arriva nel giro di pochi giorni.. E meno male che è finito, perchè chiedo quanto costa, e mi rispondono in coro lei e il titolare : "mahh, cosa vuoi che costi un pick-up, una sciocchezza". Infatti in teoria dovrebbe essere così. Esagerando, io che lavoro in un settore simile, lo posso valutare 5 euro.... Insisto ed ecco la risposta precisa : "costa 34,50 euro". Nessuno può trattenere un mio sorriso spontaneo e la classica esclamazione che tanto infastidisce chi come me è deve misurarsi ogni giorno con i clienti: (che probabilmente mi hanno contagiato..) "pero!!! , va bene, grazie, eventualmente ripasso". Dentro di me penso già a costruirmelo da solo, sarebbe una fesseria, non fosse incapsulato nella plastica... Troverò, frugando tra vecchie testine audio, o qualche ferrivecchi, un degno sostituto, non sto ad indagare su quali basi si possano chiedere certe cifre, fatto sta che anche nel campo ricambi moto, l' euro si è fatto sentire: 2 anni fa una centralina costava 29 mila lire, adesso la stessa 35 euro! Sconsolato me ne torno verso casa, di questo passo non riuscirò a mantenere le mie 6 Vespe e motori vari, il mio sogno di farle restaurare tutte in blocco da un professionista, si potrebbe avverare solo con una vincita miliardaria, pardon..milionaria, grazie euro, e a tutti coloro che ti hanno voluto!

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44° pensiero al vento

Avevo 12 anni quando allargavo il primo collettore, abbassavo la prima testa, non erano necessariamente Vespe, bastava fossero motori a 2 tempi, si girava nei cortili, stradelli privati, si sognavano i 14 anni , il massimo traguardo, che sembrava non arrivasse mai.. Si girava per il piacere di girare, ci si pavoneggiava con le elaborazioni più stravaganti e rumorose, erano un riferimento, una unità di misura, e nessuno si sognava di guardarti male, mai nessuna multa! Non esistevano tutte queste incombenze e impedimenti che via via si sono accumulati negli anni, ma solo la giusta voglia di divetrsi e distinguersi. Dal rumore sapevi già chi stava arrivando, e quando si voleva esagerare, fuori dall' abitato, ampi spazi sterrati, stradine e circuiti tutti nostri, ci attendevano. O eravamo veramente bravi o veramente fortunati, perchè nessuno mai si faceva del male, il massimo era una scivolata sull' erba. La moda dell' elaborazione ha interessato in particolare la Vespa, perchè relatvamente semplice ma soprattutto perchè una Special o una R, diventavano dopo le nostre cure, il nostro mito di allora, il top dei top, il sogno proibito (dall' età) la mitica ET3 ! Raggiunti i 16 anni e poi i 18, un' inversione di tendenza, provocata dall' inasprimento del codice della satrada, conveniva abbandonare le targate, per ritornare in sella a 50 più o meno customizzate, tanto da essere a tutti gli effetti ottime imitazioni di ET3, ma con grandi vantaggi: l' assicurazione, il bollo, e specialmente la voglia di sentirsi il vento tra i capelli, perchè il casco sui 50 non esisteva. Dicono per tutelare la nostra salute, io non sono d' accordo, ( permettetemi la libera espressione del mio pensiero), la pacchia finì presto, e la telenovela del nostro codice della strada che cambia ogni 3 giorni, portò ad un' escalation di restrizioni sempre più impensabili, tali da rendere praticamente un utopia essere in regola al 100% (chi lo è scagli la prima pietra..), e da rendere la vita dura, se non impossibile ai ciclomotori. Morale della favola, quanto fa la mia special custom? Fa quello che che le permetto io, va a un quarto di gas, forse meno, fa i 40, con punte di 45. Un occhio alla strada, uno al contachilometri e tra i due non manca lo specchietto, insomma, quidare è diventato uno stress, perchè non ti gusti più il panorama, i profumi... Oltre alla vista in questo modo anomalo impegnata, la mente va ai punti che potrebbero toglierti. Che senso ha oggi un mezzo performante, scattante e personalizzato da fare invidia, se poi non riesci a sfruttarlo? Qualche anno fa esisteva un sentimento comune chiamato comprensione, tolleranza, oggi è stato soppiantato da intolleranza, punizione ai massimi livelli. Se se vedi luci blu, per quanto in regola tu possa essere, a scanso di guai, viene istintivo imboccare la prima strada a destra. Gianluca

 

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43° pensiero al vento

Un sogno, un pensiero rivolto al mio cane, al suo gratuito affetto, mi hanno fatto tornare in mente come avevo trovato il coraggio di tradirlo. Lui, uno splendido Cocker Spaniel un po' troppo intraprendente, ci aveva spinti a cercare di liberarcene, per i tanti problemi che stava creando. Convincere me, che ero un bambino legatissimo a lui, a regalarlo ad un contadino lontano 30 chilometri, sarebbe stato difficile. Tutto si risolse in un attimo, bastò una promessa " ti farò fare dei giri in Vespa sulla stradina privata qui dietro ..." Era già tanta la mia passione a 11 anni, perchè per quel mezzo a 2 selle avevo un' autentica adorazione da quando smisi di usare il triciclo, o forse prima. Per fortuna ebbi la Vespa e anche.. il cane, che andammo subito a riprendere con le lacrime agli occhi. Questo ricordo mi ha fatto svegliare stamani col desiderio di ripercorrere le stesse strade di tanti anni fa, quando ero aggrappato dietro lo scudo, pronto ad abbassarmi fulmineo, ogni volta che mio padre acesse pronunciato " i vigili", con l' entusiasmo e i sogni innocenti di un bimbo di 2 anni. La Vespa parte al primo colpo, non è la VNA, che è protetta nel garage, ma la mia special, poco importa, è sempre un mito, è sempre parte del mio DNA. Così con un viaggiare tranquillo attorno ai 45 orari, passo dal centro al lungomare, è molto presto e sono poche le persone sedute dentro i bar o sulla spiaggia, nonostante la splendida giornata. Sento il profumo del mare, poi quello della vicina pineta, che attraverso lentamente, per arrivare al lido successivo, il paesaggio sta cambiando, troppe case, troppi complessi in costruzione, siamo in troppi in questo mondo e lo stiamo rovinando, consumando, mi viene da pensare. Va beh, ma oggi voglio essere sereno, così ritorno a sentire profumi, suoni. Il canto delle cicale che mi accompagano, è lo stesso di tanti anni fa, io sono lo stesso bambino di allora, la vita tenta di farmi crescere, ma non ci riesce! Ai lati della stradina semitortuosa che attraversa il paese, i negozietti cominciano ad aprire, ma quello che distinguo subito è il profumo intenso del pane appena sfornato, l' estate è forse più bella al mattino presto, se si ha l' opportunità di essere già svegli. Anche questo profumo mi evoca i ricordi dei pic-nic fuori porta, immersi nel verde, con la Vespa li accanto, e la cosa più bella è pensare che la stessa Vespa è qui a casa pronta a partire, revisioni e balzelli stupidi permettendo! Uno sguardo all' orologio, il tempo lo si può ricordare, sognare e fermare solo nella nostra mente, ma la realtà vince, devo tornare. Il lavoro mi aspetta, fa niente, oggi sono già contento!

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42° pensiero al vento

Come sono entrato nel mondo Vespa, o come la Vespa sia entrata dentro di me, l' ho già scritto più volte, fatto sta che la passione vera dura per sempre, la vita potrà prospettarti qualunque occasione o controversia, ma la porti sempre dentro te, e ne sei fiero. E questo ti da la forza di lavorare anche la notte, perchè il tempo libero ormai non esiste più, pur di dare gli ultimi ritocchi alla tua Vespa. Ero convinto che questa non fosse una prerogativa di solo noi, migliaia e migliaia di Vespisti ancora legati alle tradizioni, ma coinvolgesse in primis la casa che ha creato il mito, la quale invece, sembra comportarsi come le star dello spettacolo, prima cercano la notorietà, una volta raggiunto il successo, si circondano di gorilla per tenere lontani i fans. E pazienza, chi non vuole sentire da quel certo orecchio, non sente, è inutile lamentarsi a quanto sembra, so di molti che lo hanno fatto, tra cuoi io naturalmente, ricevendo gentili risposte che però fanno capire tra le righe, che noi siamo una razza in via di estinzione e il futuro è diverso,. Diverso, si, lo so bene, infatti chi lo avrebbe mai detto qualche anno fa, che chi ha compiuto i più mostruosi e macabri delitti, oggi possa godersi gli arresti domiciliari? Se progresso è questo, sono lieto di essere antiquato! Purtroppo la nostra passione costa, non solo economicamente, perchè ad esempio recarsi ad una mostra scambio, se non si è accorti, significa farsi letteralmente spennare, da alcuni speculatori che fanno il prezzo guardando quanta passione traspare dai tuoi occhi, poi ci si mette la burocrazia, le revisioni, i meccanici che lavorando, come è giusto a scopo di lucro, quando sono capaci di riparare un motore di Vespa, calcolano le ore e i ricambi come da listino, per cui il conto è salatissimo, del resto anche loro, se sono in regola, sono strozzati dalle tasse... Però un po' più di rispetto e considerazione me lo aspettavo da chi vende i ricambi, non possono venirmi a dire che le lampade da 6 Volt ormai non sono più in produzione, come mai su internet e specialmente all' estero trovi tutto, fino all' ultima rondella per la Vespa, e sono lieti di vendertela, mentre loro, i ricambisti, della Casa o no, te la fanno cadere dall' alto e ti guardano come se avessi tre occhi? Perchè dimenticano che se sono ancora li dietro al banco, con i capelli grigi, è perchè fino a 5 anni fa vendevano praticamente esclusivamente ricambi per Vespe classiche? Perchè sputano nel piatto dove hanno sempre mangiato? Una spiegazione la sto cercando da tempo e forse l' ho trovata: c' è chi fa le cose per passione e chi no. La passione costa denaro e come frutto porta la soddisfazione interiore, il mero scopo di lucro, porta invece denaro e come frutto da un gran senso di niente dentro Se non ci vorranno più procurare le lampade da 6 volt, monteremo trasformatori da 6 a 12!! Gianluca

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41° pensiero al vento

La monotonia di un viaggio in auto, inscatolato e omologato nelle solite lamiere banalmente grigie metallizzate, come impone la moda degli ultimi anni. Macchine tutte uguali, rigorosamente grigie station wagon, salvo rare eccezioni, mi fanno sentire perfettamente integrato in questa globalizzazione forzata. L' unica possibilità di scelta, me la offre la radio, scelgo la musica che preferisco, così da cullare a mio modo la mente. Ma, finalmente arrivato, non perdo tempo: tolgo in fretta il telo che protegge il mio gioiello dalla polvere, un rapido sguardo, tutto perfetto! Casco in testa, due colpi sul pedale e sono già in movimento, in viaggio verso un sorso di libertà. Ricordo con nostalgia e rabbia malcelata, quando era il vento ad accarezzare i miei capelli, ora compressi sotto il nero elmetto. La giornata è splendida, finalmente sole, cielo terso e la temperatura ideale. Sfrutto quel quarto d' ora che mi resta di tregua, per il blocco del traffico, per dileguarmi lentamente dalla città. Ogni direzione è buona per un sognatore in cerca di spazio, alla fine scelgo il mare.. Percorro una strada che si perde tra i campi coltivati, attraverso un paesino e noto con piacere, che qui la grande distribuzione non è ancora riuscita a distruggere quel patrimonio culturale fatto di piccoli negozi. La voglia di essere protagonisti si misura nel numero di piccole attività commerciali e artigianali, e questo mi porta buon umore! Lasciato il paese, la strada si fa più stretta, un fosso a destra e uno a sinistra, forse complice l' orario, mi ritrovo solo. Un velo di tristezza mi sfiora notando, di tanto in tanto, una croce e un mazzo di fiori disidratati, sul limitare dell' asfalto. Ma anche questo mi fa aprire la mente, assieme al lieve profumo di erba, che lentamente si arricchisce di aromi, avvicinandomi alla pineta.  Mi immergo sereno tra i pini, i piccoli fiori colorati, il silenzio a cui delicatamente bussa il suono del motore... sembra quasi una favola. Ecco le prime macchine, non sono l' unico a cercare il mare oggi. Le caratteristiche villette estive, qualcuno timidamente sul balcone, sta prendendo il primo sole sulla pelle bianca. Oggi il contachilometri della Vespa è quasi incollato sui 50, la velocità ideale per assaporare ogni dettaglio.  Lungomare tra i pini, un paese, poi un altro, un altro ancora, poco cambia in questa omogenea armonia, in questa voglia d' estate. Qualcosa mi riporta alla mente i bagni freddi di aprile, quando con gli amici marinavo la scuola. E le canzoni di allora sono ancora nitide, chiare, così le canticchio in un mix di nostalgica spensieratezza. Il piacere di non avere un orologio da guardare, la consapevolezza di avere ancora tanta miscela sotto la sella, mi portano ad esplorare le stradine più sconosciute. Finalmente due gemelle PX, parcheggiate ordinatamente tra le altre moto, mi fanno sentire meno solo e sarei curioso di vederne i proprietari, ma procedo lentamente. Oggi ho assorbito abbastanza emozioni semplici, le più intense! Torno a casa sereno.  

 

Arretrati

Editoriale

 

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