26 giugno 2006
Terminata la
fase elettorale, il Parlamento italiano è nella sua piena operatività
e la Federazione Motociclistica Italiana ha ripreso in mano la
questione sulla Legge 168/2005.
La FMI, quindi, ha richiesto agli attuali membri di Camera e del Senato la
modifica della stessa attraverso una lettera scritta personalmente da Paolo
Sesti, Presidente FMI, e inviata a tutti gli Onorevoli e Senatori.
Di seguito la lettera di Paolo Sesti.
Egregio
Onorevole / Egregio Senatore,
in apertura della XV Legislatura, desidero esprimerLe le più vive
congratulazioni da parte della Federazione Motociclistica Italiana.
La FMI, Federazione riconosciuta dal CONI ai sensi dell’art. 21 dello Statuto,
gestisce lo sport motociclistico in Italia, organizzando ogni anno oltre 1000
competizioni sportive ed un gran numero di manifestazioni nel campo del
mototurismo e dei veicoli storici, sia dal punto di vista culturale che
sportivo. Il suo Statuto, peraltro, prevede anche l’impegno di tutelare tutta
l’utenza motociclistica, ovvero motociclisti e scooteristi che utilizzano il
mezzo a due ruote per passione e divertimento, ma anche tutti coloro che usano
quotidianamente i motoveicoli per spostamenti legati alla loro attività
lavorativa.
E’ per questo che la FMI si propone di sottoporre al Parlamento tutte le
esigenze ed i problemi delle due ruote, dall’educazione stradale alla
sicurezza della circolazione, alla segnaletica, dalla possibilità di
circolazione per i veicoli storici ai problemi legati alla rete stradale,
affiancando le Istituzioni nell’obiettivo imposto dall’Unione Europea di
ridurre del 50 per cento la mortalità sulle strade, entro il 2010.
E tutto questo non solo per conto dei suoi 180.000 tesserati, ma di tutti i
motociclisti.
Il primo impegno che la FMI richiede al Parlamento è la modifica della
Legge 168/2005, che ha introdotto la confisca dei motoveicoli nel caso in cui si
commettano infrazioni agli articoli 169, 170, 171 del Nuovo Codice della Strada.
In pratica se non si indossa il casco, se si trasporta un passeggero con un
mezzo non idoneo, se si guida in posizione non corretta (con un solo braccio sul
manubrio), se si trasportano oggetti sporgenti dal mezzo.
Se da una parte è di tutta evidenza l’intento “moralizzatore” del
provvedimento, dall’altra non se ne comprende la durezza, dal momento che per
tali infrazioni si perde definitivamente la proprietà del mezzo, fra l’altro
con una chiara discriminazione nei confronti degli altri utenti della strada!
Ecco perché si auspica un provvedimento legislativo che preveda quantomeno una
diversa “modularità” delle sanzioni, lasciando la confisca del motoveicolo
nel caso in cui lo si utilizzi per commettere un reato e disponendo invece il
sequestro in tutti i casi più gravi in cui il conducente di un motoveicolo o di
un ciclomotore commetta una violazione amministrativa di cui agli articoli 170 e
171 del Codice della Strada.
Con l’auspicio di un futuro confronto su tutta una serie di problemi ed
obiettive esigenze delle due ruote a motore, invio i migliori cordiali saluti.
Paolo Sesti
Presidente
Federazione Motociclistica Italiana