All'inizio dell'anno 2000, si è cominciato a parlare di revisioni periodiche anche per moto e ciclomotori (fino ad allora sconosciute..) ormai è purtroppo da tanti anni una scomoda realtà...
La revisione ha scadenza biennale, ad eccezione dei veicoli nuovi, per i quali va effettuata la prima volta dopo 4 anni
QUINDI:
Entro
il 2017, devono essere sottoposti a revisione tutti i veicoli (auto, moto,
ciclomotori) immatricolati dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013 e quelli già
revisionati nel corso del 2015
Le scadenze sono entro il mese di immatricolazione, o per dell' ultima revisione (ad esempio: revisionato il 7 agosto 2015, revisione entro il 31 agosto 2017)
Ritornando al titolo...
La notizia, se all' epoca ha lasciato indifferenti i più, ha destato molte preoccupazioni ai motociclisti e a tutti noi Vespisti. E' si, perchè la Vespa ben si adatta alle personalizzazioni, elaborazioni più o meno marcate, grazie alle quali solitamente, cerchiamo di valorizzare la nostra Vespa e di mostrare la nostra abilità e personalità. Guai se fossimo tutti uguali, standardizzati e omologati, come le norme che ci vengono imposte giorno dopo giorno vorrebbero fare, quasi a renderci un unico branco di pecore, facili da controllare e punire se sbagliano.
Purtroppo, la pacchia e finita, specialmente per i possessori di ciclomotori: chi ha una Vespa 50 che non supera i severi limiti di velocità, scagli la prima biella.
Un banco prova per le revisioni di moto
e ciclomotori
Dal mese di gennaio del 2001, è scattato l'obbligo della revisione periodica. La revisione per i motocicli, è applicata solamente in Austria, Germania, Svizzera, Inghilterra e Svezia. In Germania e Svizzera, tale controllo, si limita ad un esame puramente visivo, per valutarne la funzionalità !!!
La tanto attesa circolare ministeriale è stata pubblicata il 15 dicembre 2000. Questa prevedeva appunto la revisione entro il 2001 dei motoveicoli immatricolati entro il 1982..
Cercando di seguire il buon senso, sul quale dovrebbe basarsi ogni legge, non vi sembra una cosa aberrante, pretendere revisioni biennali a Veicoli Storici, quando per molti di essi è impossibile superarle, a causa di varie imprecisioni nei vecchi certificati di omologazione, che, per vecchie negligenze o disattenzioni, imponevano, ad esempio, gomme di misure diverse da quelle reali e, sempre in questo ambito, non essendo ovviamente più in produzione i modelli di pneumatici previsti all' epoca, la motorizzazione Civile "?" non riconosce conformi, neanche quelle che gli stessi produttori, prevedono come sostitutivi?
Penso di cogliere l' opinione di molti, proponendo l' abrogazione della revisione periodica per i Veicoli Storici, considerando anche il fatto che questi non vengono usati ogni giorno, ma la maggioranza, solo in occasione di raduni o manifestazioni,
al limite si potrebbe fare una revisione unica, una tantum, valevole per tutta la " vita " del mezzo.
Speriamo, la speranza per fortuna non potrà mai subire restrizioni, che l' Asi, la Fmi, i registri di marca, facciano sentire la nostra voce e che le nostre rimostranze vengano prese in considerazione.
Noi che cerchiamo il "pelo nell' uovo", ed è lecito, visto che veniamo obbligati a sottostare a nuove incombenze, ci siamo accorti che nei veicoli che hanno subito un passaggio di proprietà, cambiamento di residenza o reimmatricolazione, solitamente, nel nuovo "libretto" è riportato solo l' anno di prima immatricolazione, ma non la data, come fare allora per risalire a questo dato essenziale, dobbiamo anche sobbarcarci l' onere di richiedere al PRA un estratto cronologico, da portare sempre con noi?
Altro punto critico: le Vespe immatricolate prima del 1959 (anno del cambiamento del codice della strada), non si potranno più revisionare presso i centri privati, ma solo nelle sedi della Motorizzazione.. Quale sia il senso di questa trovata, nessuno ancora lo ha capito. Sappiamo solo che diventa alquanto scomodo, costoso e rischioso portare la propria Vespa a revisionare dal paese dove abitiamo fino alla città, spesso molto distante
I controlli delle emissioni allo scarico
Gas di scarico e velocità, per i ciclomotori, sono l' espressione massima dell' insensato peso della burocrazia.
Ma qualcuno ha mai pensato che un ciclomotore è stato concepito come un mezzo economico e proprio grazie a questo si è tanto diffuso sia tra i giovani che le persione anziane ?
Oggi, con assicurazione, bollo, casco, revisioni biennali molto più pesanti rispetto agli altri veicoli, non sono più convenienti, meglio prendersi un 125, almeno vai più tranquillo, si fa per dire, a parità di spese e incombenze.
Come si può pretendere di misurare la velocità a mezzi che per "costume e comune tolleranza", nel corso di almeno 40 anni non hanno mai rispettato il ridicolo limite imposto a 40 Kmh e 45 per i più recenti ?
Limitare la velocità a 40 Kmh è possibile, ma poi come la mettiamo con la misura dei gas di scarico? Si perchè va fatta a 40 Kmh e se vuoi essere in regola non li devi superare, ma come fare a tarare esattamente a 40?? Un conto è la strada, un altro i rulli, dove influisce anche il peso e non risentono di salite, discese, vento e tipo di manto stradale!
Noi non abbiamo i loro rulli in garage, per ritoccare ogni giorno il limite imposto... Ho sentito gente che non ha superato la revisione perchè la Vespa andava troppo piano, faceva solo i 39!! E se faceva i 46, non la superava ugualmente!
I Velosolex, con cilindrata di 38 Kmh e i Mosquito che arrivavano si e no ai 30, non potranno mai superare la revisione? Continuo a domandarmi, se chi legifera, vive su questa terra o su Marte.
Comunque, se riuscite a fare in modo che il vostro ciclomotore non faccia ne un Kmh in più ne in meno del limite previsto, sappiate che non viene misurato il CO, ma il CO2 (anidride carbonica) sui veicoli non catalizzati e questo parametro nei 2 tempi deve essere pari o superiore al 7% del volume di gas prelevato. ( Per i veicoli omologati Euro 1-2, ecc. si misura inece il CO, gli HC e i NOX)
Purtoppo è tardi per piangere, e in ogni caso non verremmo ascoltati, l' unica arma che lo Stato ci consente, è il voto, per premiare o punire chi si è preso la briga di regolare con le leggi, i nostri diritti e doveri.
Gianluca
Segue un' Articolo tratto da Il Resto Del Carlino, mercoledi 17 gennaio 2001:
MOTORINI - UNA REVISIONE DELETERIA
Quando finirà la pratica di vessare i cittadini? Pare mai. Lo conferma la legge sulla revisione dei motocicli ed in particolare il parametro sull' esame fonometrico: 87 decibel al regime di 5.000 giri-minuto. A chi dobbiamo tanta insipienza? Portare un motociclo di 20-50 anni fa a 5.000 giri (ammesso che ci arrivi) significa rischiare di provocare gravi danni. Dobbiamo sbiellare? Va da se che con i parametri imposti, il 95% dei motocicli sarà respinto all' esame, con gravi perdite di tempo, denaro e disagi. Perchè fare delle leggi che poi non possono essere rispettate? Intanto i motocicli, anche dei modelli più significativi, stanno per prendere la via d' Oltralpe, in particolare della Germania, dove questa vessazione nei confronti dei collezionisti non esiste. Invito il ministero a opportuni immediati correttivi.
Marco Schincaglia - responsabile settore motociclistico Nsu Italia, Bologna
Segue un articolo tratto da Motociclismo d' Epoca dicembre-gennaio 2001:
Lo scandalo delle revisioni \ incubo di inizio millennio
Tre milioni di moto e sette milioni di ciclomotori saranno interessati alle revisioni che dovrebbero prendere il via dal 1° gennaio 2001.Ma è ancora tutto scandalosamente in alto mare. A oggi, non esiste una precisa normativa, non si sa chi potrà farle e quanto costeranno. Cerchiamo di fare il punto della situazione confidando in uno slittamento della data di inizio. Per contro, due buone notizie: per le moto d' epoca niente più tassa di proprietà ma bollo di circolazione di 20000 lire. E il cosiddetto trapasso scende a 50000 lire.
La revisione dei motocicli era già stata effettuata nel 1970 ed allora riguardava solo i modelli prodotti fino al 1963. Successivamente, nel nuovo codice della strada è stato inserito un riferimento alla revisione per le due ruote, ma mai era stato promulgato il necessario regolamento attuativo. Di colpo la nostra tranquilla quiete è stata interrotta dall' ormai famoso decreto del ministro dei trasporti del 16 gennaio 2000. Decreto con cui è scattata l' operazione "revisione obbligatoria" anche per le moto e ciclomotori. Vale la pena ricordare che sono interessati a questa manovra i 50cc,motocicli, motocarrozzette a tre ruote, motoveicoli a tre ruote, motocarri ecc. Appunto a gennaio è stato precisato che tempi e modalità per l' effettuazione delle operazioni, sarebbero stati precisati con un successivo decreto. Siamo a novembre e ancora stiamo aspettando. Nel frattempo, ma sempre con un canonico ritardo, è stato presentato il protocollo, circolare 7938/604 del 29 settembre 2000, dove vengono descritte le procedure di omologazione, visita iniziale, visita periodica ed occasionale delle attrezzature necessarie per l' esecuzione delle prove di revisione. Il documento è costituito da oltre 40 pagine di contenuto tecnico il cui senso viene chiaramente spiegato, per fortuna nostra, nella premessa iniziale a firma della dottoressa Anna Maria Fabretti Longo, in qualità di Capo del Dipartimento dei Trasporti Terrestri. Il testo di questa premessa è integralmente riportato, così come quello del D.M. ddel 16/01/2000,. A questo punto viene da chiedersi quanti dei 4100 impianti privati autorizzati alla revisione degli autoveicoli avranno installato anche le apposite attrezzature per poter effettuare le revisioni dei motoveicoli.Tutto questo deve avvenire entro gennaio 2001 per poter iniziare i lavori. Il censimento delle officine che si sono messe in regola, doveva essere reso noto entro la fine del mese di ottobre, ma ancora non si è saputo nulla. Eppure il lavoro è molto, visto che sono chiamati all' obbligo della revisione ben tre milioni di motocicli, 7 milioni di ciclomotori e trecentosessantamila motocarri. Ma non sono certo i tempi a preoccupare l' utenza, piuttosto le modalità con cui le revisioni verranno fatte. Nella circolare, si parla di prove fonometriche e fotometriche con misurazione di giri e dell' introduzione di uno specifico banco prova freni e di specifico analizzatore di gas di scarico, idonei ad eseguire le relative misurazioni. Ebbene, in Europa, sono solo 5 gli Stati dove vengono sottoposti a revisione i motocicli e i ciclomotori, e non viene contemplata la prova dei gas inquinanti. Nella maggioranza dei casi, si tratta di ispezioni puramente visive, come auspicato anche dalla FMI, o di prove pratiche, senza ausilio di attrezzature. Vogliamo quindi essere noi italiani, i primi in Europa a introdurre normative così pesanti che possono portare a risultati disastrosi? Come se già non fossimo penalizzati dalla burocrazia che rende difficili e costose le procedure di immatricolazione dei veicoli. In mancanza di un regolamento (ma quando ci sarà?) l' ANCMA, l' associazione dei costruttori, ha fatto la sua proposta, mirata più che altro a scongiurare eccessive prove strumentali. Nella bozza per il controllo tecnico periodico dei veicoli motorizzati a 2 e 3 ruote, si leggono le modalità delle ispezioni e le deficienze che compromettono il buon esito della revisione. Attenti controlli sarebbero previsti per i freni. Per lo sterzo e le sospensioni, i controlli riguarderebbero il fissaggio dello sterzo, la piastra dello sterzo, i cuscinetti e la forcella, oltre a verificare l' assenza di giochi e controllare che gli ammortizzatori funzionino correttamente e non abbiano perdite di fluido. Ala voce ruote, si legge come dovrebbero essere controllati i cuscinetti, l' allineamento e l' ispezione visiva dei pneumatici. Per il telaio, e componenti ausiliari, verrebbe richiesto il controllo del serbatoio e relative tubazioni, dispositivo di scarico e silenziatore, trasmissione, parafanghi, blocco e attacchi motore, cavi elettrici, batteria, supporto poggiapiedi, sedile, comandi di guida, retrovisori, tachimetro, segnalatore visivo e perfino l' antifurto. Per i dispositivi di illuminazione i controlli prevederebbero il giusto orientamento, colore, condizioni e funzionamento più controllo del dispositivo di illuminazione targa, catadiottro posteriore, indicatori di direzione, spie e commutatori. Per le emissioni gassose inquinanti, la verifica andrebbe fatta in funzione delle prescrizioni vigenti all' atto dell' omologazione.
Questo è solo un veloce riassunto di quanto proposto, ma certamente non farà dormire sogni tranquilli ai possessori di moto d' epoca. Non vogliamo certo fare allarmismo gratuito, ma solo denunciare una situazione che ci sembra nel suo complesso scandalosa. Per trent' anni le moto non sono mai state considerate, ora di colpo, le si obbliga a supercontrolli ogni 2 anni. Al momento, la situazione ci appare perfino irreale. Troppi sono ancora i punti da chiarire, non solo a livello regolamentare, ma anche per quanto riguarda le officine che dovrebbero essere preposte alla revisione. Per dirla con le parole di Paolo Sesti, Presidente della FMI, che ci trovano pienamente concordi: "E' fondamentale che l' esame delle moto venga fatto da personale specializzato che conosca modello per modello i veicoli che esamina; una persona che possa riconoscere anche l' originalità di determinati componenti essenziali. Chiediamo dunque, che la possibilità di effettuare le revisioni venga realmente estesa mediante una normativa più semplice anche alle officine motociclistiche. Non è infatti pensabile, mantenere l' obbligo delle 4licenze(carrozziere, gommista, elettrauto,meccanico, per le officine moto. Così come è stupido continuare a prescrivere una larghezza minima di 2,60 metri, della porta di ingresso dell' officina, che faccia entrare auto di tutte le dimensioni,. Stiamo parlando di revisioni moto! Inoltre attenzione, negli anni le moto e soprattutto i ciclomotori, sono stati omologati sulla base di differenti normative tecniche. Difficile riunirli oggi in un' unica classe, con regole comuni cui assoggettarli per operare la revisione".
Aggiungiamo noi che è estremamente difficile per molte vecchie moto mantenere l' assoluta originalità, non per cattiva volontà dei proprietari, ma per mancanza di pezzi di ricambio. Inoltre non si devono pretendere adeguamenti tecnici per rispettare l' attuale codice della strada (ad esempio gli indicatori di direzione) o imporre l' analisi di gas di scarico o la verifica della rumorosità, secondo i criteri di oggi. resta poi il gravissimo problema dei dati riportati sui vecchi libretti di circolazione. Negli anni 60 e 70, era prassi per diversi costruttori o importatori, utilizzare la stessa omologazione per modelli differenti;è dunque una realtà di fatto che sui libretti siano stati trascritti dati diversi e non corrispondenti a quelli della propria motocicletta. Per essere ancora più chiari, caratteristiche di una moto stradale, ad esempio, venivano anche riportate per la corrispondente versione fuoristrada. Ma ci sono anche altri esempi, come il mancato aggiornamento delle fiche di omologazione, in caso di modifiche tecniche apportate al modello.
Un bel caos, che rischia di gettare nella disperazione molti appassionati. Per le moto che abbiano almeno 20 anni, ci sembra lecito chiedere una sanatoria; oppure sia data la possibilità a tutti gli appassionati, di poter dimostrare la propria buona fede.
(tratto da Motociclismo d' epoca 12-1/2000-2001
Con tanti problemi importantissimi da risolvere nel nostro Paese, i politicanti si improvvisano tecnici per promulgare leggi insensate, in modo da dimostrare di fare qualcosa, per giustificare il loro misero stipendio, così per i veri problemi, che non sono in grado di risolvere, avranno la scusa di non avere ancora avuto il tempo per affrontarli!